giovedì 27 agosto 2009

Guerra intestina nel Governo Romeno

L'attuale Governo della Romania è retto da un'improbabile coalizione Destra - Sinistra, creata non tanto per traghettare il Paese attraverso la crisi, come si è sbandierato in ogni dichiarazione ufficiale, quanto per la volontà dei due partiti che hanno vinto le ultime elezioni (PSD da una parte e PD-L dall'altra) di arrivare al potere senza nulla concedere al PNL, vero ago della bilancia della politica romena, reo di aver governato disordinatamente e badando troppo agli interessi personale dei propri componenti.

Gli attriti, naturalmente, non hanno tardato a farsi sentire, soprattutto a causa del fatto che, mentre il PSD non sembra trovare un'unità d'azione che lo porti effettivamente ad influenzare le scelte dell'Esecutivo, il PD-L si è imposto, a furia di azioni populiste ma eclatanti, complice la popolarità del Presidente, Traian Basescu, che certamente compensa il piccolissimo svantaggio di punti accusato alle elezioni.

Così, mentre i ministri del PD-L hanno cominciato una serie di riforme di dubbia efficacia (difficile pensare di sanare il disastroso bilancio dello stato riducendo il salario a qualche migliaio di dirigenti pubblici), quelli del PSD hanno cominciato ad affilare le armi che, storicamente, la sinistra di tutto il mondo conosce meglio: le riunioni, le commissioni e le inchieste.

Già in primavera, infatti, il leader PSD tuonava contro i propri ministri, rei di non sapersi imporre, anche con manovre poco ortodosse e che poco hanno a che fare con la conduzione di un Paese, sui loro avversari.

I primi segni di sconvolgimento della democrazia romena, però, si è avvertito con la Commissione Ridzi.

Pochi giorni dopo il proprio insediamento come Ministro della Gioventù, infatti, Monica Ridzi è stata accusata di aver organizzato una Festa della Gioventù favorendo smaccatamente alcune aziende "amiche". In fretta e furia è stata organizzata una commissione d'inchiesta che, in tempi record, invece di decidere se Monica Ridzi dovesse essere giudicata dalla Magistratura, emetteva un comunicato in cui, i perfetto stile sovietico, giudicava colpevole il Ministro delle accuse mossegli.

Il secondo attacco, poi, è giunto nel cuore del PD-L: il Ministro del Turismo, Elena Udrea, da sempre vicina politicamente al Presidente Basescu, è stata accusata, sostanzialmente delle stesse imputazioni del caso Monica Ridzi.

Difficile giudicare l'operato della Udrea in pochi mesi a capo di un Ministero che fino all'anno scorso neanche esisteva. Certo, non a tutti sono piaciuti gli spot realizzati per promuovere il turismo romeno in tutto il mondo (dai poliziotti a cavallo di zebre davanti al Parlamento, alla frase "Romania: l'unico Paese dove una donna si può sposare con quattro uomini"), però, alla giovane ministro, dobbiamo riconoscere buona volontà ed energia, doti che non sempre sono giudicate positivamente in Romania.

A segnare la rottura in corso tra PSD e PD-L, poi, a capo della Commissione Udrea è stato posto il Vicepresidente del PNL, ex Ministro dei Trasporti, Ludovico Orban, che, nei momenti di lucidità, conduce la Commissione secondo lo spartito scritto dal PSD.

Recentemente, poi, la destra è passata al contrattacco: lo SRI (i servizi segreti romeni, da sempre vicini al Presidente) ha piazzato microfoni nascosti ad una riunione della Commissione Udrea, registrando prese di posizione e "piano d'attacco2 tutt'altro che legali e giustificando una serie di denunce penali che vanno dall'abuso di potere all'associazione a delinquere.

In questo modo si sta preparando l'autunno di questo Paese, un autunno che, invece di far uscire dalla crisi la Romania, la getterà, di questo passo, in un vero baratro politico ed economico.

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